Un anniversario per il futuro

«Buon anno» in geroglifici

A 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici

Nel settembre del 1822 viene fissata la data di decifrazione dei geroglifici egizi. L'autore di questa svolta fu un francese, Jean-François Champollion (1790-1832).

Partiamo dall'inizio.

L'antico Egitto aveva affascinato da sempre il resto del mondo e il suo sistema di scrittura era un mistero irrisolto, quando un gesuita, Athanasius Kircher (1601-1680) pensò di poter risolvere la questione identificando in ogni segno un significato simbolico. Il nostro gesuita era convinto che dietro la scrittura egizia si nascondessero dei significati magici o esoterici. Decise perciò di stilare una mappa dei segni, con la loro equivalenza. Purtroppo il suo lavoro non ebbe successo, ma lo ricordiamo ugualmente volentieri per essere stato l'inventore della lanterna magica, la progenitrice dei moderni proiettori.

Una scoperta

Soltanto con la spedizione in Egitto di Napoleone Bonaparte (1769-1821) iniziano le buone notizie. Di fatto gli studi sui geroglifici non erano finiti, ma non si trovavano i riscontri per verificare le ipotesi degli studiosi. La spedizione francese contava anche 167 studiosi, che dovevano studiare in dettaglio le terre percorse dalla spedizione. Nella località di Rosetta, a circa 50 km da Alessandria d'Egitto, venne trovata una stele contenenti tre testi in tre scritture differenti. L'unica conosciuta allora era la scrittura greca e da essa si riconosceva una iscrizione dedicata dai sacerdoti di Menfi al re Tolomeo V.

Decifrazione

L'ipotesi era ora, sulla base di altri esempi, che le tre iscrizioni fossero semplicemente traduzioni di uno stesso testo in tre sistemi differenti. Molti studiosi si gettarono a capofitto nella decifrazione, ma l'idea vincente venne a Champollion. Egli identificò i cartigli (cornici ovalizzate intorno a piccoli frammenti di scrittura) con i nomi dei personaggi dell'iscrizione: TolomeoCleopatra Berenice. Poi immaginò che la scrittura fosse di tipo consonantico. Quindi la confrontò con quella di altre iscrizioni e così ebbe la certezza di poter leggere almeno una parte dei caratteri geroglifici. Un'ultima opportunità la ricavò dallo studio della lingua dei cristiani d'Egitto, il Copto. Pensò che fosse l'ultima erede della lingua dei faraoni ed aveva ragione! I nomi PtolmjsKljopadra Brnjk rimarranno nella storia i simboli della scoperta di Champollion.

Da quel momento molto si è ancora fatto per capire la scrittura egizia e si sono scoperte ancora molte particolarità (segni plurilitteri e determinativi...), ma finalmente si poteva leggere una lingua antica e fino ad allora avvolta nel mistero.

E poi?

Quest'anno intanto si è chiusa una nuova sfida: è finalmente conclusa la decifrazione della scrittura Elamita Lineare (Antico Iran). Altre scritture attendono di essere decifrate o chiarite. Ma questa è un'altra storia...