Lingue antiche

Qualche spunto per capire le lingue bibliche.

I testi biblici originali sono scritti in tre lingue: ebraico, aramaico e greco.
La Bibbia ebraica ha testi in maggioranza ebraici, con alcune parti aramaiche: Daniele 2,4-7,27; Esdra 4,8-6,18; 7,12-26; Geremia 10,11; Genesi 31,47 (una sola parola!).
La Bibbia greca, oltre ad avere la parte ebraico-aramaica tradotta, ha dei testi propri che in parte sono traduzioni di originali semitici, in parte sono composizioni originariamente in greco.  Il Siracide è il miglior esempio di un libro composto in ebraico, giuntoci però in greco nella traduzione di un nipote dell'autore. L'archeologia ci ha recentemente restituito il testo quasi completo in ebraico.
La traduzione greca dell'A.T. risale, quanto ad origini, al III° secolo a.e.v. e la sua storia romanzata è tramandata da uno scritto in buona parte leggendario, conosciuto come “Lettera di Aristea a Filocrate”. L'incontro del linguaggio semitico con una lingua indoeuropea ha causato una serie di cambiamenti nella lingua e nella comprensione del testo: il greco usato per la traduzione è una forma di greco conosciuto come koinè (lingua comune), in cui le parole assumono un nuovo significato e spesso una nuova funzione grammaticale e sintattica; la comprensione del testo tradotto al di fuori del contesto culturale originario non sempre è stata corretta.
Ma alla traduzione greca sono seguite altre nelle lingue del mondo orientale e mediterraneo. Tra le traduzioni più significative per quanto riguarda l'A.T. dobbiamo segnalare quelle:
Latina: Vetus Latina, dei primi tre secoli della nostra era, dipendente dal greco; Vulgata di Gerolamo, del IV° secolo e.v. e tradotta dall'ebraico, ma con alcune interferenze greche;
Siriaca: in un dialetto aramaico, di origini oscure e di valore variabile a seconda dei libri;
Aramaica (Targum): giunta in alcune versioni di varie origini non completamente rintracciabili;
Copta: in alcuni dialetti egiziani, ma dipendenti dalla traduzione greca.