Scritti sacri

In questa pagina trovi materiale specifico sulla letteratura biblica.

Quando si parla dei libri che compongono la Bibbia, si parla anche del canone biblico, ovvero di come sono stati scelti i testi che ne fanno parte. Attualmente esistono diversi canoni, a seconda delle comunità religiose che utilizzano la Bibbia. La prima idea di fissare un canone sembra essere venuta soltanto nel I secolo d.C., mentre prima la tradizione era piuttosto fluida, come testimoniano gli scritti scoperti a Qumran.

Fonti

I singoli libri poi sembrano aver avuto a loro volta una storia complessa e alcuni avrebbero raggiunto la loro forma attuale soltanto in epoca molto recente. Cominceremo subito con l'analisi delle teorie documentarie nella composizione del Pentateuco e degli altri scritti.

Alla fine del XIX secolo l'esegeta tedesco J. Wellhausen elabora compiutamente quella che è ancora conosciuta come Teoria documentaria o delle quattro fonti: il Pentateuco, e con esso i libri storici, sarebbe il risultato della composizione di quattro fonti successive nel tempo. I nomi e la successione definiti dal Wellhausen sono: J o Jahwista, E o Elohista, D o Deuteronomista, P o Sacerdotale.

Questa situazione si è mantenuta sostanzialmente immutata fino agli anni '70, in cui si sottopone a critica il complesso a partire dalla datazione delle fonti. La fonte E è la prima a subirne le conseguenze, con il risultato della sua quasi completa scomparsa. Attualmente anche la fonte J sta lasciando il posto ad una teoria dei "frammenti", che non potrebbero perciò costituire una fonte coerente, ma sarebbero testi di varie epoche e origini. Sopravvivono la fonte P, che viene collocata alla fine dell'esilio o all'epoca di Ciro, e la fonte D, divisa a sua volta in Deuteronomio e Deuteronomista. Il Deuteronomista sarebbe un autore che reinterpreta tutta la storia di Israele in base ai principi della storia deuteronomica.

All'interno dei libri storici si osserva la situazione dei libri delle Cronache, che ripresentano in gran parte materiale dei libri dei Re, ma con un'ottica religiosa molto insistente sulla fedeltà. Si parla in questo caso di un Cronista, che interverrebbe parzialmente anche in altri luoghi.

Nei libri profetici abbiamo l'esempio di Isaia, che viene comunemente diviso in tre opere giustapposte: il Primo Isaia (1-39); il Secondo Isaia (40-55); il Terzo Isaia (56-66).

Anche il libro di Zaccaria viene diviso in due parti (1-8; 9-14).

Più complessa è la situazione di Geremia e di Ezechiele.

Opere chiaramente composite sono i Salmi, Proverbi, il libro di Giobbe, il Cantico dei Cantici. Per quanto riguarda il libro di Daniele, abbiamo addirittura una composizione in tre lingue: una parte ebraica, una aramaica e delle aggiunte greche (due versioni differenti!). Il libro di Ester è presente in due redazioni molto diverse quanto a lunghezza (ebraico e greco).

Due recensioni si hanno anche per quanto riguarda il libro greco di Tobia e quello del Siracide, precedentemente conosciuto solo in greco ma ora quasi completamente in ebraico.

Alcune differenze nelle recensioni dipendono probabilmente anche dalla "canonicità" di un libro, ma non tutte le differenze sono facilmente valutabili o databili, come appare da alcuni manoscritti di Qumran.

Bibbia ebraica

Il canone ebraico è suddiviso in tre parti, con alcune ulteriori suddivisioni. Si usa spesso un acronimo per indicare la Bibbia nelle sue tre divisioni: TaNaKH, composto delle iniziali di Toràh (Pentateuco), Nevi’ìm (Profeti) e Ketuvìm (Scritti).

La Torah comprende esclusivamente i primi cinque libri, attribuiti a Mosè, ed ha valore legale per il giudaismo.

I Profeti comprendono in gran parte i libri storici e profetici. All'interno un'antica tradizione ha sempre distinto i 12 profeti minori come un libro a sé, il Dodekapròfeton.

Gli Scritti sono i restanti libri sapienziali, storici e profetici. Una unità legata alle feste è costituita dalle Meghillòt (libretti): Rut, Cantico, Qohelet, Lamentazioni, Ester. I rimanenti Scritti sono: Salmi, Giobbe, Proverbi, Daniele, Ezra, Neemia, Cronache.

Altri canoni

La traduzione greca dei LXX, che originariamente riguardava il solo Pentateuco, venne ampliandosi a tutto il canone ebraico e vi aggiunse ancora alcuni scritti che sono conosciuti soltanto in greco o hanno ritrovato un originale semitico soltanto in tempi recenti.

Ecco l'elenco dei libri considerati apocrifi dal canone ebraico, ma contenuti nelle edizioni della Bibbia greca:

I Esdra, Giuditta, Tobit, I-IV Maccabei, Sapienza, Siracide, Salmi di Salomone, Baruch, Lettera di Geremia*, Susanna*, Bel e il Dragone*.

Va inoltre notato che l'ordine dei libri è differente da quello ebraico e che in alcune tradizioni non hanno esistenza separata i testi indicati con l'asterisco.

Le indicazioni del I secolo portano a vedere nel canone ebraico una realtà palestinese, forse diffusa prima della distruzione del tempio.

La chiesa etiope, la comunità di Qumran, varie tradizioni ci hanno conservato altri libri che forse hanno preteso uno status canonico in epoche antiche o più recenti, ma non sono stati accolti dalla maggioranza delle chiese. Vediamone alcuni.

Nel canone etiopico si trova il Libro di Enoch, in sé una composizione di scritti appartenenti a varie epoche, considerato canonico in una parte del cristianesimo primitivo (lettera di Giuda) e forse a Qumran.

A Qumran si sono trovati frammenti dei Testamenti dei Dodici Patriarchi, del Libro dei Giubilei, di Salmi contenuti in parte nella Bibbia siriaca, di apocalissi e racconti sapienziali apocrifi.