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Santi Sepolcri!

A caccia del Santo Sepolcro...

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In un recente documentario su un canale Rai ho visto una presentazione dei possibili candidati a sepolcro di Gesù. Inutile dire che ancora una volta sono rimasto impressionato dal modo di condurre l'inchiesta (un po’ americano...). Ho pensato dunque di «fare la tara» a quel documentario, presentando il risultato della ricerca archeologica, quella seria.

La Tomba del giardino

La Tomba del giardino, Gerusalemme

Il primo luogo da cui partiamo è la cosiddetta «Tomba del giardino». Il suo scopritore era un militare britannico, Charles Gordon, che immaginava la topografia di Gerusalemme come uno scheletro, con la testa a nord della Porta di Damasco. Nel «suo» luogo del Cranio trovò, nel 1883, una roccia sedimentaria con alcuni fori laterali, due dei quali sembravano gli occhi di un teschio. A pochi metri di distanza si trovava una tomba bizantina, segnata da croci, chiusa da una pietra rotonda. Tutto sembrava quadrare e il generale Gordon dichiarò essere quello il luogo della morte e sepoltura di Gesù. Per le chiese protestanti, che non avevano alcun luogo riservato dentro il Santo Sepolcro, era un'opportunità di rivincita e lo scelsero come nuovo Santo Sepolcro.

Il posto è senza dubbio raccomandabile per una sosta di preghiera o riflessione, perché tranquillo e non intasato di fedeli in attesa, ma ha qualche problema. La sua collocazione era esattamente dentro l'area del cosiddetto «terzo muro» di Gerusalemme, abitata al tempo di Gesù e dunque non adatta ad un cimitero. Le analisi archeologiche hanno poi dimostrato che la tomba risale all'età del Ferro, tra VIII e VII secolo. Non era sicuramente in uso nei secoli I-III, mentre venne riutilizzata da cristiani a partire dal IV secolo. Se vogliamo aggiungere un elemento contrario, il vangelo di Giovanni parla di un «sepolcro nuovo». Fuori uno!

La tomba di Talpiot

Durante i lavori di scavo per un condominio nella zona a sud della Gerusalemme vecchia (quella ottomana, per capirci) venne trovata una tomba databile all'epoca di Gesù, con alcuni ossuari al suo interno. La porta di ingresso era rettangolare e aveva un simbolo lunare al di sopra. Sugli ossuari si sono trovati i nomi di Gesù, Giuseppe, Giuda, Mattia e Mariam[me] Mara. Questo ha fatto in modo che un professore di storia del giudaismo e delle antichità cristiane, James Tabor, e un regista israeliano, Simcha Jacobovici, ne traessero motivo per un documentario sensazionalistico. Ne è derivato un libro a quattro mani sulla famiglia di Gesù nel 2012.

Dobbiamo però soffermarci su alcuni punti che non quadrano. La zona di Talpiot (est) si trova a circa 3 km a sud della Cittadella di Davide, luogo del palazzo di Erode e poi di Pilato. Di fatto il luogo è più vicino a Ramat Rachel, abitato nettamente separato da Gerusalemme. Il fatto che una pubblica esecuzione, che doveva spaventare i pellegrini a Gerusalemme, potesse essere fatta a una tale distanza dalla città è almeno poco credibile. Per quanto riguarda i nomi degli ossuari, nessuno si è stupito, perché si tratta di nomi giudaici molto comuni. Se volete fare la prova, basta che andiate in un cimitero di una cittadina di meno di 50.000 abitanti: cercate la parte vecchia del cimitero e guardate nelle tombe di famiglia, confrontando i gruppi di nomi in ciascuna con le altre. Vedrete che Giuseppe, Giovanni, Pietro, Salvatore, Rocco, Maria, Lucia e altri non vi permetteranno di risalire alla famiglia (se non tenete conto del cognome, che gli antichi ossuari non avevano!). Anche i riferimenti a padri e figli non sono di aiuto, visto il moltiplicarsi degli stessi nomi in ogni famiglia. È ciò che succede osservando gli ossuari (parecchie migliaia) trovati nella zona e conservati dagli archeologi israeliani. Inoltre, tutti i maggiori archeologi che lavorano sul campo (compresi quelli non interessati a questioni di fede) hanno negato qualsiasi possibilità a questa ipotesi. Fuori due!

Il Santo Sepolcro

Nel documentario si riferiva che gli ultimi scavi nella basilica non hanno restituito nulla di anteriore al III secolo. La storia del sito in realtà presenta una serie di elementi che risalgono fino all'inizio del I secolo. L'elemento più significativo è una piccola tomba situata dietro la Rotonda del Sepolcro: si tratta di un sepolcro familiare che ha smesso di funzionare nel I secolo. Nel 41 EV l'area era sicuramente fuori della città, perché la legge mosaica vietava le sepolture nell'abitato. Dai rilievi archeologici, il muro erodiano correva appena ad est e a sud del Santo Sepolcro. Ciò significa che probabilmente (forse con Agrippa I, nel 41, o con Adriano, nel 135) i sepolcri furono... seppelliti! Questo permise loro di rimanere intatti, almeno fino a Costantino. La vicinanza al muro della città e a una probabile porta occidentale (antica porta del mare) che doveva essere nelle vicinanze, vista la struttura della Gerusalemme erodiana, ne fanno un palcoscenico ideale per le esecuzioni. Lo sperone di roccia che si eleva ancora all'interno della basilica poteva servire da base per un palco per l'esposizione dei condannati. Al momento, la tradizione continua degli abitanti di Gerusalemme e i dati raccolti dai vangeli sembrano coincidere abbastanza bene. Verdetto: possibile, se non probabile!

La fossa comune

Il documentario infine chiudeva sulla possibilità di una fossa comune. Le esecuzioni di massa hanno sempre avuto le fosse comuni come destinazioni, almeno nella storia che conosciamo meglio. Nel caso di Gesù, e non solo, dobbiamo tener presenti alcuni elementi, chiari per chi conosce bene la situazione storica. Il luogo di esecuzione era la città santa dei giudei e la legge non permetteva cadaveri non sepolti. I malcapitati erano in buona parte appartenenti a famiglie credenti, che non avrebbero mai accettato di vedere i propri cari senza una sepoltura religiosa. Per i poveri era previsto l'intervento di persone religiose già dalla pratica di alcuni secoli prima (vedi il libro di Tobit). I testi evangelici sono tutti concordi nel raccontare la fuga degli apostoli, ma anche la sepoltura di Gesù. Se valutiamo come storici alcuni elementi della narrazione, questo è senza dubbio coerente con le usanze dell'epoca e la fede della famiglia di Gesù. Fuori tre!

Che dire?

Che il documentario in questione presentava come ugualmente probabili le quattro possibilità, premiando l'idea della fossa comune e penalizzando il Santo Sepolcro. Questo modo di condurre un'inchiesta non è esattamente seria, perché sceglie arbitrariamente gli elementi da mostrare ed elimina ciò che non serve allo scopo. In queste «poche» righe ho cercato di mettere insieme tutto quello che al momento sappiamo. La preferenza per il Santo Sepolcro è data semplicemente dal fatto che si trova nella zona più probabile e non perché sia luogo di pellegrinaggio o espressione di una qualche fede.

Storicamente ciò che manca è proprio la tomba di Gesù, perché il piano roccioso che la identifica poteva essere una tomba fino al IV secolo, quando Costantino cominciò a sbancare l'area intorno ad essa. Poi, nel 1009 un califfo musulmano fece demolire anche quel che rimaneva e ora abbiamo un'edicola sacra! Questo è il vero problema archeologico e storico: prima mancava il Risorto, ora manca la tomba...

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