Storici

Giuseppe Flavio

Giuseppe Flavio nasce Yosef bar Mattatya in un villaggio della Galilea.

Scrive due opere dedicate la prima alla guerra giudaica degli anni 66-70 e la seconda alla storia del popolo ebraico. Nella seconda troviamo riferimenti a tre personaggi che conosciamo dal Nuovo Testamento cristiano.

Il primo personaggio di cui Giuseppe scrive è il famoso Giovanni il Battista. La sua versione è leggermente diversa da quelle dei vangeli.

«Ora, alcuni dei giudei pensarono che la distruzione dell’esercito di Erode venisse da Dio, e più che giustamente, come punizione a causa di Giovanni detto il Battista. Erode infatti aveva fatto uccidere quest'uomo buono, che raccomandava ai giudei di praticare la virtù e la giustizia tra di loro e la devozione verso Dio. E a questo punto di venire al battesimo, poiché l'immersione sarebbe stata gradita a Lui (Dio) se fosse servita non a cancellare qualche peccato, ma a purificare il corpo, dopo che l'anima fosse stata purificata dalla pratica della giustizia. Quando altri ancora si affollarono intorno a lui, contenti di ascoltare i suoi discorsi, allora Erode ebbe paura che fosse in grado di portare quelle persone alla ribellione. Quelli sembravano di fatto pronti a fare qualunque cosa egli avesse suggerito. Pensò bene dunque di metterlo a morte, per prevenire qualunque danno che avrebbe potuto causare, così da non doversene pentire in seguito. Quindi, per il sospetto di Erode egli fu mandato a Macheronte, la fortezza di cui ho già parlato, e là venne ucciso.

Ai giudei sembrò dunque che per punirlo fosse arrivata la disfatta dell'esercito, poiché Dio voleva castigare Erode.»

[Ant Iud XVIII, V.2, 116-119]

Riguardo a Gesù abbiamo alcune versioni del suo testo. Qui riporto le traduzioni dei testi greco, siriaco e arabo.

Giuseppe Flavio, Antichità Giudaiche 18,63-64 (testo greco)

Ci fu in questo periodo di tempo Gesù, uomo sapiente, se è decoroso chiamarlo uomo, era infatti uno che faceva opere incredibili, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità e molti giudei e molti del [mondo] greco attrasse. Questi era il cristo (messia). E su indicazione dei più importanti uomini tra noi, punito con la croce da Pilato, non si fermarono coloro che per primi [lo] avevano amato. Apparve infatti a loro, quando era il terzo giorno, di nuovo vivo, così come i divini profeti di queste e di altre migliaia di meraviglie avevano parlato. E anche adesso la tribù dei cristiani, che da lui prende il nome, non è scomparsa.

 

Il patriarca Michele il Siro del XII° secolo (testo siriaco)

Anche lo scrittore Giuseppe dice nella sua opera sulle istituzioni dei giudei:

«In quei tempi ci fu un uomo saggio chiamato Gesù, se per noi è adatto chiamarlo uomo. Egli infatti era un operatore di gesti gloriosi e un maestro di verità. Molti tra i giudei e le altre nazioni divennero suoi discepoli. Sembrava essere il Messia, ma non secondo la testimonianza dei più importanti del popolo. Per questo Pilato lo condannò alla croce ed egli morì. Ma quelli che lo avevano amato non smisero di amarlo. Egli apparve loro vivo dopo tre giorni. I profeti di Dio infatti avevano parlato riguardo a lui di tali cose meravigliose. E il popolo dei cristiani, che da lui prende il nome, non è scomparso fino ad oggi».

 

Il vescovo Agapio del X° secolo (testo arabo)

In modo simile Giuseppe l'ebreo. Egli infatti dice nei trattati che ha scritto sul [governo] dei giudei:

«Ci fu in quel tempo un uomo saggio che era chiamato Gesù, la sua condotta era buona ed era conosciuto come virtuoso. E diventarono suoi allievi molta gente dei Giudei e degli altri popoli. Pilato lo condannò ad essere crocifisso e a morire, ma coloro che erano diventati suoi discepoli non abbandonarono il suo discepolato e raccontarono che egli era loro apparso tre giorni dopo la crocifissione ed era vivo. Dunque era forse il Cristo del quale i profeti hanno detto meraviglie».

 

Il terzo personaggio è quello conosciuto dagli Atti degli Apostoli, dai vangeli, dalla lettera di Paolo ai Galati e dalla lettera di Giacomo. Viene chiamato: Giacomo il fratello del Signore.

Il giovane Anano [Anna], che, come abbiamo già detto, aveva ottenuto il sommo sacerdozio, era di carattere duro e molto arrogante. Apparteneva alla setta dei Sadducei, che sono i più severi nel giudicare di tutti i giudei, come abbiamo già riferito. Con un simile carattere, Anano pensò che fosse arrivata la sua occasione quando morì Festo ed Albino era ancora in viaggio. Radunò un Sinedrio di giudici e fece portare di fronte ad esso il fratello di Gesù, detto Messia (Cristo), che si chiamava Giacomo, e alcuni altri. Dopo averli accusati di trasgredire la Legge [divina], li consegnò perché fossero uccisi a sassate. Quelli che però erano considerati i personaggi più per bene della città e precisi nell'osservare la Legge, fecero fatica a sopportare questo avvenimento. Mandarono di nascosto qualcuno dal re [Agrippa], chiedendogli che avvertisse Anano di non fare più niente del genere, perché ciò che aveva già fatto non era affatto corretto.

Alcuni di loro andarono invece incontro ad Albino, che stava arrivando da Alessandria, e gli spiegarono che Anano non aveva diritto di riunire un Sinedrio senza che egli lo sapesse. Albino, persuaso da ciò che gli era stato detto, scrive infuriato ad Anano avvertendolo che lo avrebbe punito. Per questo anche il re Agrippa gli tolse il sommo sacerdozio, che aveva retto per tre mesi, e incaricò Gesù figlio di Damneo.

[Ant Iud XX, IX.1, 199-203]

Tacito

La colonna Traiana a Roma

Cornelio Tacito (54-119) ci informa su una persecuzione di "cristiani" al tempo di Nerone.

«Perciò, per far cessare tale diceria, Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che, malvisti per le loro malefatte, la gente chiamava cristiani. Responsabile di questo nome era Cristo, il quale sotto l'impero di Tiberio era stato condannato al supplizio dal procuratore Ponzio Pilato; e, per un attimo messa a tacere, questa pericolosa superstizione di nuovo si diffondeva, non solo in Giudea, origine di quel male, ma anche a Roma, dove da ogni parte confluiscono e sono celebrate le cose più terribili e vergognose». (Ann. XV, 44)

 

Svetonio

Il Colle Palatino e i palazzi imperiali

Gaio Svetonio Tranquillo (70-126 circa) riporta queste informazioni sugli imperi di Claudio e Nerone.

«Cacciò da Roma i giudei che, per istigazione di Cresto, continuamente creavano disordine» (Vita Claudii XXIII, 4)

«Sottopose a supplizi i Cristiani, una razza di uomini di una superstizione nuova e malefica» (Vita Neronis XVI, 2)

 

Plinio il giovane

La biblioteca di Efeso (Turchia)

Plinio il giovane, il cui nome completo è Gaio Cecilio Plinio Secondo (61-112/113), fu un politico e uno scrittore romano attivo in Asia Minore, attuale Turchia.

«Affermavano inoltre che tutta la loro colpa o errore consisteva nell’abitudine di riunirsi prima dell’alba e intonare a cori alterni un inno a Cristo come se fosse un dio, e obbligarsi con giuramento non a commettere qualche delitto, ma a non commettere né furti, né frodi, né adulteri, a non mancare alla parola data e a non rifiutare la restituzione di un deposito, qualora fosse loro richiesto. Inoltre, avevano la consuetudine di ritirarsi e riunirsi poi nuovamente per prendere un cibo, del tutto comune e innocente, cosa che smisero di fare dopo il mio editto nel quale, secondo le tue disposizioni, avevo proibito l’esistenza di associazioni private. Per questo, considerai ancora più necessario interrogare due schiave, dette "ministre", per sapere quale sfondo di verità ci fosse, ricorrendo anche alla tortura. Non ho trovato nient’altro che una superstizione strana ed esagerata». (Epist. X, 96)