Greco

Presentazione

Il greco appartiene alla famiglia delle lingue indoeuropee. Questa famiglia comprende dodici gruppi, di cui due ormai completamente spariti dall'uso: l'hittita e il tocario.

Gli altri gruppi comprendono le lingue indiane, le lingue persiane antiche e moderne, le lingue slave, le lingue baltiche, le lingue germaniche e scandinave, le lingue celtiche, le lingue romanze, l'illirico (oggi albanese), la lingua tracio-frigia (oggi l'armeno) e infine la lingua greca.

Poco dopo l'inizio del I millennio AEV compaiono i tre gruppi dialettali greci: Ionico, Acheo e Dorico. La diffusione del dialetto ionico verso oriente farà in modo che in ebraico l'espressione "figli di Yawan" (ovvero discendenti di Yon, Ionici) indichi i greci in generale.

Le colonie greche diffuse nel Mediterraneo e in Oriente faranno in modo che anche la lingua si diffonda sullo sponde del Mare Nostrum e lungo le vie carovaniere dell'Est. Così in Italia, in Asia Minore, in Siria, in Giudea, in Egitto e Nord Africa si trovano sempre più persone che parlano greco.

Il rovescio della medaglia è che anche il greco cambia sotto l'influenza delle lingue parlate dai locali. A partire dal III secolo AEV in tutto il mondo ellenizzato appare una forma di greco chiamata Koinè (ossia, parlata "Comune"), che attinge il vocabolario da vari dialetti greci e localmente dalle lingue con cui convive.

Il greco ellenistico è dunque la lingua popolare parlata e scritta nel I secolo EV, che troviamo nei papiri e nelle iscrizioni dell'epoca. Fino alla scoperta e alla pubblicazione di una grande quantità di testi in lingua koinè, alcuni studiosi erano convinti che il Nuovo Testamento cristiano fosse scritto in una speciale "lingua dello Spirito Santo", piuttosto diffrente dal greco classico. Ora sappiamo che la lingua degli scrittori cristiani era la stessa dei loro concittadini.

Chiaramente ogni area geografica era caratterizzata da elementi linguistici particolari e anche lo stile letterario probabilmente qualcosa doveva al luogo di nascita degli autori. In ogni caso tutti potevano capire ciò che veniva scritto e così la Bibbia ebraica venne tradotta in greco e i Vangeli vennero pubblicati ugualmente in lingua greca per poter raggiungere più gente possibile.

L'incontro con culture diverse da quella greca fece in modo che anche la koinè ne venisse influenzata. Nei testi delle origini cristiane abbiamo dunque una lingua strutturalmente più semplice (manca ad esempio quasi del tutto il modo verbale Ottativo) e con un vocabolario specifico del mondo giudaico. La struttura sintattica è più vicina a quella semitica che a quella del greco classico in parecchie occasioni e i verbi sono spesso composti con delle preposizioni. Le stesse preposizioni cambiano di significato o diventano intercambiabili tra loro e alcuni sostantivi assumono il significato specifico dei termini che traducono (per esempio paraskeuê, ovvero "preparazione, vigilia", passa ad indicare il venerdì giudaico, cioè la vigilia del sabato). Nei territori che dipendono da Roma alcuni termini latini passano direttamente nel greco: centurio (centurione) diventa kentyriôn, flagellum (frusta) diventa fragellion, semicinctium (grambiule) diventa simikinthion e così via.